DOPO LE PROTESTE SOTTO AD EQUITALIA CONTINUIAMO IL PERCORSO DI MOBILITAZIONE INDIPENDENTE
FUORI DALLE STRUMENTALIZZAZIONI DELLA POLITICA DI PALAZZO 
RICOSTRUIAMO SPAZI E TEMPI REALI DOVE POTER PARLARE E DECIDERE

La scorsa settimana il sindaco Cialente aveva chiamato la cittadinanza a manifestarsi contro la restituzione delle tasse e chiedere un trattamento uguale a quello ricevuto da Marche e Umbria. Contemporaneamente il commissario Chiodi era a Roma per trovare un accordo. In realtà tutto era già scritto. Dopo quasi tre anni il giochetto dei rinvii e dei ricatti a cui ci hanno appesi sembra finire. Le tasse saranno restituite da gennaio al 40% e a rate. La pantomima della mobilitazione finisce e si dichiara unilateralmente il ritorno alla normalità. Come se avessimo una città normale a cui tornare, come se le tasse fossero il solo problema.
Il trattamento riservatoci per la restituzione delle tasse in realtà non è assolutamente come quello di Umbria e Marche che hanno iniziato a restituire il 40% dopo ben 12 anni, il tempo che l’economia riprendesse per davvero. Ci dicono che è il massimo che si poteva ottenere, per via della crisi. Si accetta quindi il fatto che a scontare la crisi siano i più deboli: gli studenti, i precari, i pensionati anche i terremotati. Non le grandi opere, l’evasione fiscale, i costi della politica, e chi la crisi l’ha provocata: le banche e il sistema finanziario. Noi invece oggi paghiamo una volta di più il prezzo di un terremoto al momento di una crisi che non abbiamo creato, e siamo due volte colpiti. Come se non bastasse siamo esposti ad uno sciacallaggio politico che fa parte della più generale depredazione nei confronti dell’Aquila. Sembra che chiunque ormai debba trovare a L’aquila il suo tornaconto sulla nostra pelle.

Per questo rilanciamo i seguenti punti come inizio di una piattaforma di mobilitazione permanente e indipendente dalla quale partire per rioccupare la nostra città e creare momenti e spazi di ricostruzione e vita reale:

MICRO-ZONAZIONE SOCIALE, AIUTI ALLA RIPRESA SOCIALE ED ECONOMICA, ALLA POPOLAZIONE, ALL’UNIVERSITÀ E ALLA CULTURA
È fondamentale prevedere un sistema di sostegno alla ripresa economica del territorio basato su uno studio di microzonazione sociale, un sistema che tenga conto delle reali situazioni di bisogno e tenda ad una migliore redistribuzione delle risorse, che preveda sostegno all’università, cardine della cultura e dell’economia di una città che ora come mai ha bisogno di saperi da trasmettere e condividere.
Per quanto riguarda gli aiuti più specificamente legati alla ripresa sociale la vicenda della truffa messa in atto dalla cricca del vescovo vicario D’Ercole in complicità col governo è tristemente emblematica di come le risorse non vengano utilizzate per fornire servizi per chi e dove ce ne bisogno.

RESPONSABILITÀ DELLA (NON) RICOSTRUZIONE
Se la ricostruzione non è mai partita è anche per colpa di una classe dirigente locale che ha scelto la politica delle elemosine, santificando la figura di Gianni Letta, e fingendo di non vedere cricche, speculazioni ed ingiustizie, mentre chi si ribella viene oscurato e denunciato.
Un’amministrazione che lancia finte mobilitazioni ad orologeria e, una volta ottenuto il contentino, si affretta a ringraziare prona. Un’amministrazione complice.
Intanto mentre i centri storici continuano a crollare e le case E sono ancora la palo, si sprecano una montagna di soldi per finanziare inutili strutture commissariali che gonfiano le tasche solo ai soliti.

“RIPRENDIAMOCI IL FUTURO, RIPRENDIAMOCI LA CITTÀ”
Credono che ce ne staremo con le mani in mano di fronte alle loro speculazioni e alla loro irriformabile incapacità. Parlano di “legalità” mentre centinaia di abitazioni sono vuote e la gente non sa dove dormire. Parlano di “legalità” e chissà quanti spazi pubblici con pochi lavori sarebbero agibili e invece vengono lasciati vergognosamente al degrado mentre le persone non hanno spazi in cui riunirsi, studiare, parlare e decidere. Ma se riappropriarsi della nostra città e del nostro futuro è illegale allora la nostra scelta l’abbiamo già fatta, saremo gli insolventi di questa L’Aquila post sismica che non riconoscono questa legge di non-ricostruzione. E l’insolvenza a L’aquila come altrove e destinata a dilagare.

#OCCUPIAMOLAQUILA puoi trovarci:
all’Asilo Occupato in Viale Duca degli Abruzzi, alle CaseMatte di ColleMaggio su Facebook gruppo “Occupiamo L’Aquila” su Twitter #occupiamolaquila o lanciando un grido di libertà nel pieno della zona rossa.

Per essere ricostruita L’Aquila va prima occupata
OCCUPIAMOLAQ